ANTEPRIMA FESTIVAL
2018
Il
parmense Paolo Schianchi è un chitarrista
che ha pochi eguali; la sua estrosità e il suo
virtuosismo, che lo vede muoversi dall’antico
liuto a un’innovativa chitarra a quarantanove
corde, continuano a stupire le platee di tutto il
mondo.
Oltre
a essere un virtuoso Paolo è anche un maestro per
tanti giovani musicisti di talento che si sono
affidati al suo Innovatorio di Musica, che opera
tra Italia e USA, ed è proprio
con questo progetto legato al suo ruolo di mentore
di giovani musicisti che torna a Torrechiara.
Insieme a lui, infatti, saliranno sul palco alcuni
giovani musicisti scelti tra i migliori talenti
usciti dall’Innovatorio per un concerto che si
annuncia vario e spettacolare, con musiche che
spazieranno da Santino Garsi da Parma (che fu alla
corte di Ranuccio I Farnese) a Stevie Wonder.
La serata vede la
partecipazione di ospiti veramente speciali: Anthony
Wellington, uno dei più quotati bassisti del
momento, membro della formidabile Victor Wooten
Band ed entusiasta collaboratore di Paolo
Schianchi nella formazione e promozione di giovani
talenti; Emiliano Vernizzi, sassofonista
che spazia dal jazz a collaborazioni con artisti
di ambiente decisamente diverso, come Luciano
Ligabue; Sandro Ravasini, batterista
storico collaboratore di tanti grandi nomi della
musica italiana e internazionale.
Paolo
Schianchi, chitarra
Anthony
Wellington, basso
Emiliano Vernizzi,
saxofono
Sandro Ravasini,
batteria
I
TALENTI DELL'INNOVATORIO DI MUSICA
Arianna
Cleri, voce - Cesare Panizzi,
pianoforte - Demien Aimi. batteria - Eoin
Setti, sax baritono
Ethan
Bonini, saxofono - Gerardo Gianolio,
tromba - Luca Gavazzoli, chitarra
elettrica
L'Affare Vivaldi
«La
storia della riscoperta dei manoscritti di
Vivaldi è davvero andata così. Diversamente
dalla frase che i romanzieri pongono di solito
alla fine del loro lavoro, io devo invece
assicurare che i fatti narrati sono realmente
accaduti e solo in pochi casi ho dovuto
inventare. La concatenazione degli eventi, per
quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla
storia».
Questo
concerto-reading, interamente dedicato all'opera
del grande compositore veneziano, si ispira al
romanzo storico L’Affare Vivaldi di Federico
Maria Sardelli, edito da Sellerio e
vincitore del premio Comisso 2015 per la
narrativa.
Luigi
Lo Cascio racconta con parole e musica,
sempre sul filo dell'ironia, il rocambolesco
itinerario attraverso i secoli dei manoscritti di
Vivaldi, di come hanno rischiato di sparire nel
nulla e di come sono giunti fino a noi.
Tra
musiche anche inedite del Prete Rosso
magistralmente eseguite da Modo
Antiquo,
pluripremiato ensemble specialista del repertorio
barocco fondato e diretto dallo stesso federico
Maria sardelli, la lettura di Lo Cascio conduce lo
spettatore lungo l’affascinante percorso di questo
enorme patrimonio musicale rimasto per secoli
sepolto nelle biblioteche di monasteri e famiglie
aristocratiche più o meno decadute e reso a noi
superando difficoltà che parevano insormontabili
grazie all'amore e alla tenacia di appassionati
ricercatori.
Lo
Cascio coniuga il linguaggio e il registro
narrativo con un umorismo contemporaneo e con una
straordinaria interpretazione dell'ambientazione,
che passa dall'epoca vivaldiana fino al periodo
fascista, in ogni momento con una lingua adatta al
contesto e sempre con grande partecipazione e
coinvolgimento emotivo.
Luigi Lo Cascio,
voce recitante
Ugo Galasso, flauto dritto
Raffaele Tiseo, Paolo Cantamessa,
violino
Valeria Brunelli, violoncello
Gianluca Geremia, tiorba
ANTONIO
VIVALDI
-
Sonata a due violini e basso "La Follia", Op. I
n. 12
-
Largo dal concerto per flautino, RV 443
-
Andante dal concerto per traversiere, RV 438
-
Sonata a tre, RV 60
-
Allegro non molto dalla sonata a tre, RV 103
-
Largo per violoncello e basso da RV 538
-
Giga dalla sonata per flauto e basso, RV 5
-
"In memoria aeterna", RV 795,
RV 795
Lunedì
16 luglio 2018 ore 21.15
Presentimento
«Come
artisti di Napoli sentivamo il bisogno di
restituire alla canzone napoletana classica
quella nobiltà e quel rigore che ha sempre
avuto, strappandola alla banalizzazione della
contemporaneità».
A
pochi anni di distanza dall’uscita di Spassiunatamente,
che aveva visto per la prima volta Peppe
Servillo e il Solis String Quartet
affrontare i capolavori della canzone classica
napoletana, ecco Presentimento, che può
essere considerato a tutti gli effetti la
naturale prosecuzione di un progetto che non
smette di spaziare all’interno di un immenso
panorama musicale senza cercare di
circoscriverlo a un periodo o a un autore.
Presentimento
è un omaggio mai banale alla cultura e
alla canzone classica napoletana,
un viaggio che non si pone limiti di tempo
o di spazio, in cui si avvicendano brani famosi
e canzoni meno conosciute, qualche volta perfino
dimenticate, ma non per questo minori.
La
voce e l’interpretazione inconfondibile di
Servillo, notissimo per essere stato cantante
degli Avion Travel (con all’attivo perfino una
vittoria al Festival di Sanremo), dialoga con
gli arrangiamenti contemporanei del Solis String
Quartet per restituirci una musica tanto nuova
in freschezza quanto antica in bellezza.
«Quella
del presentire, ha
dichiarato Servillo,
è spesso la condizione degli artisti, dei
narratori, come dei poeti autori di queste
canzoni che nei loro versi presentono e
annunciano segreti, presenze, tradimenti, ciò
che di nuovo potrebbe accadere o si vorrebbe
accadesse, e lo fanno con parole che sembrano
mai udite come fossero i veggenti, gli
indovini della nostra vita sentimentale.
La
musica aggiunge senso e la parola precisa col
riso e col pianto, le orchestrazioni inscenano
un improvviso teatrale come se la vicenda
nascesse ora col canto e annunciasse il
paradiso tra sonno e veglia. Insistiamo nel
ricongiungere tessere alla nostra stanza
napoletana che a volte gode di una vista
bellissima».
Peppe
Servillo, voce
Vincenzo Di Donna, violino
Luigi De Maio, violino
Gerardo Morrone, viola
Antonio Di Francia, violoncello e
chitarra
Itaca
Lo
spettacolo Itaca, che vede in scena Lino
Guanciale e il regista e compositore Davide
Cavuti alla fisarmonica, è un viaggio che
parte da Itaca e dalla figura di Ulisse, che è
l'eroe di Omero ma anche di Dante, Pascoli,
D'Annunzio, Joyce e di altri ancora e prosegue
nelle storie di tanti personaggi del mondo del
teatro e del cinema in una sorta di fusione e
scambio di emozioni, immagini, pensieri.
Il
denominatore comune è il mare, padrone di ogni
avventura e sventura (“a volte il fragore di un
grido distrugge attimi di serenità e mi perdo in
brividi improvvisi dove non c'è spazio per
l’amore”); graffiante, pieno di occhi misteriosi
che inseguono, irresistibile (“e il naufragar m'è
dolce in questo mare”). Il mare è la vita, la
libertà e la speranza, la voglia di ricominciare.
Lino
Guanciale e Davide Cavuti hanno iniziato la loro
collaborazione nel 2009 in teatro, proprio grazie
a Michele Placido, che li scelse (Guanciale come
attore protagonista e Cavuti come autore delle
musiche originali) per lo spettacolo I Fatti di
Fontamara prodotto dal Teatro di Roma
e successivamente hanno lavorato ancora insieme al
cinema e a teatro.
Lino
Guanciale, attore tra i più amati dal pubblico
televisivo, versatile e talentuoso, reduce dai
suoi impegni televisivi e cinematografici, è
attivo soprattutto in teatro, dove recentemente è
stato protagonista dello spettacolo diretto da
Massimo Popolizio su Pierpaolo Pasolini e della
grande produzione ERT (Emilia Romagna Teatri) La
classe operaia va in Paradiso e
come formatore culturale nelle scuole. Al
Festival di Torrechiara è stato tra i protagonisti
di Chi non muore si ripete - I ruggenti Anni
Venti tra follie, sogni e nuovi ordini a
cura di Giacomo Pedini.
Davide
Cavuti è autore e compositore per registi quali
Michele Placido, Pasquale Squitieri, Ugo Pagliai,
Edoardo Siravo e per
moltissimi anni è stato collaboratore
del grande Giorgio Albertazzi.
Sabato
28 luglio 2018 ore 21.15
Le Corde
dell'Africa
3MA
è un trio che unisce spiritualmente il suono
di tre strumenti a corda africani provenienti
da tradizioni diverse. Ballakè Sissoko,
dal Mali, è un grande maestro della kora,
uno strumento costituito da una mezza zucca
rivestita di pelle al cui centro si alza una
manico circondato da ventuno corde; Driss
El Maloumi, marocchino, è considerato
uno dei massimi virtuosi dell'oud, il
liuto arabo; Germain Randrianarisoa, in arte Rajery,
è il campione della vahila, uno
strumento a corda ricavato dalla canna di
bambù e tipico del Madagascar. Insieme questi
tre formidabili musicisti danno vita a un
concerto unico in cui le rispettive tradizioni
si incontrano e si fondono poeticamente in una
sintesi insieme impossibile e naturale.
Il Festival di Torrechiara da sempre ama
invitare il pubblico a essere curioso
proponendo musiche poco note o addirittura
inattese, ma destinate a stupire gli
ascoltatori che accettano la sfida. Il
concerto di 3MA si annuncia esattamente così:
una sorpresa, una scoperta e anche, se ci è
permessa l’annotazione, la rivelazione di
quanto l’ancora tanto bistrattata Africa sia
una terra ricca di tradizioni musicali che,
diversamente da quanto spesso trasmette una
visione superficiale, sono di estrema varietà
e bellezza melodica, non solo ritmica – come
prova l’intensità poetica degli intrecci
sonori di questi tre eccezionali musicisti.
Ballakè
Sissoko, kora
Driss
El Maloumi, oud
Rajery,
vahila
Sabato
4
agosto 2018 ore 21.15
Wiener
Klassik
La
serata conclusiva del Festival ci porterà
in uno dei momenti più alti dell’intera
storia della musica con un concerto
dedicato alla Scuola di Vienna o Wiener
Klassik, che tra la seconda metà del
‘700 e il primo trentennio del secolo
successivo fissa la forma ancor oggi
definita “classica”, che ha influenzato in
vario modo le generazioni di musicisti
fino a oggi e la nostra stessa percezione
della musica, al tempo stesso gettando il
seme del cambiamento e del proprio
superamento.
Il programma presenta opere emblematiche
dei due più importanti rappresentanti di
questo straordinario momento creativo
dell’arte europea: Mozart e Beethoven.
Il Don Giovanni, nato come “dramma
giocoso”, con le sue ambientazioni
notturne e misteriose ha esercitato un
irresistibile magnetismo sulla successiva
generazione romantica, che riconoscerà in
Mozart un proprio precursore.
La Sinfonia n. 35 “Haffner” di Mozart,
commissionata da un’influente famiglia
salisburghese in occasione della
nobilitazione del suo membro Sigmund
Haffner, si può invece considerare come un
perfetto esempio di classicismo; il suo
carattere deciso e incalzante in alcuni
momenti sembra prefigurare i “cannoni” che
di lì a poco risuoneranno non solo nei
campi di battaglia ma anche nella musica
coeva, più di ogni altra in quella di
Beethoven.
Con la sinfonia n. 5 Ludwig van Beethoven
prosegue il nuovo rivoluzionario cammino
iniziato con la Sinfonia n. 3 “Eroica”. Il
compositore esce dal ruolo di semplice
artigiano al servizio del committente di
turno e si pone al centro della propria
opera, divenendone insieme creatore e
protagonista. La maestria del compositore
si manifesta nell’incredibile economia di
materiale usato nella costruzione di
questa meravigliosa struttura; le quattro
celeberrime note del “destino che bussa
alla porta” sono fatte oggetto di un
grandioso sviluppo che occupa l’intero
primo movimento della sinfonia, la pagina
probabilmente più celebre e drammatica
scritta dall'autore.
Questa serata vede il gradito ritorno
dell’Orchestra di Padova e del Veneto,
una delle migliori e più dinamiche realtà
musicali del nostro Paese e una delle
poche votate in primo luogo al repertorio
sinfonico, diretta dal M° Carlo
Piazza, Direttore Artistico
del festival.
WOLFGANG AMADEUS
MOZART
-
Ouverture "Don Giovanni" in
Re minore, Kv. 527
-
Sinfonia n. 35 in Re maggiore, Kv. 385
"Haffner"
LUDWIG VAN
BEETHOVEN
-
Sinfonia n. 5 in Do minore, Op. 67